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29 Agosto 2019 - 18:13
Mede - Novità per il Palio d'la Ciaramèla, che quest’anno sarà aperto dal Palio dei ragazzi domenica 1 settembre, e non il giovedì precedente la gara. La manifestazione necessaria a stabilire gli accoppiamenti dei dieci rioni per il gioco della domenica successiva si svolgerà inoltre allo stadio comunale, e non in piazza della Repubblica come nelle altre edizioni, per garantire la massima affluenza di pubblico. Giovedì 5 settembre alle 20.30 si terranno i giochi popolari per i rioni, mentre venerdì sarà la volta di una caccia al tesoro per le vie della città, e sabato alle 21 i quartieri saranno abbelliti dall’allestimento degli angoli caratteristici. Domenica 8 settembre le manifestazioni inizieranno in piazza Repubblica con la consegna del Palio alla madrina per proseguire alle 10.30 in San Marziano con la santa messa durante la quale verrà benedetto il drappo. Alle 14.30 la partenza della tradizionale sfilata storico-contadina, e alle 16 la disputa del gioco della lippa (“ciaramèla” in dialetto) allo stadio comunale con la premiazione dei vincitori prevista alle 21 in piazza Repubblica.
Tra le iniziative organizzate dal centro culturale Amisani, la mostra di figurine Liebig “Dalla soffitta al castello Sangiuliani”, che sarà inaugurata sabato 7 settembre alle 10 e rimarrà aperta fino al 15 settembre. Le preziose figurine verranno inserite in espositori e suddivise per argomenti, evidenziando i vari anni di emissione. Il curatore della mostra, Decio Martinisi, accompagnerà i visitatori in questo mondo affascinante ricco di storie, sorprese e aneddoti. «Le figurine Liebig sono riuscite a emergere fra tutti i prodotti simili circolanti in Europa – spiega Martinisi - grazie all’accuratezza e alla ricchezza delle composizioni e alla maestria della tecnica cromolitografica. Nell’analizzare le collezioni si possono ripercorrere le tecniche artistiche, gli stili e i gusti di fine Ottocento e inizio Novecento. Le figurine sono veri capolavori che, nonostante siano ormai considerate di nicchia, appartengono a tutti. L’importanza di collezionarle oggi e mostrarle in pubblico sta nel rivivere attraverso di esse la nostra storia e preservare così le nostre radici e le nostre tradizioni affinché le future generazioni continuino a comprenderle e studiarle».
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