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vigevano
23 Settembre 2021 - 10:35
“The day after”, “Il giorno dopo”, come lo scorso anno ma con un sottotitolo. “È già domani?”. Per il festival delle Trasformazioni è la quinta edizione, ma dopo 12 mesi sembra davvero essere cambiato tutto. Il digitale entrato ancora di più nella vita di tutti i giorni, il bisogno diverso di spostarsi dovuto allo smartworking, il turismo che riparte solo ora. Sfide, da trattare con gli esperti.
Il programma è poderoso, come negli anni pre Covid. Si parte venerdì 24 settembre, si termina il 3 ottobre (domenica). Trentuno tra incontri ed eventi quasi tutti in presenza, tranne tre a distanza, e tutti comunque visibili sulle piattaforme Facebook e Youtube di ReteCultura. Sono anche questi i tempi che cambiano. Tutto, o quasi, lo scibile del tema “middle town” è sviluppato tra conferenze, incontri con autori, concerti, mostre, approfondimenti storici.
La middle town, la “città di medie dimensioni” – ma in inglese suona meglio – come Vigevano, a volte indecisa tra “grande tra le piccole” o “piccola tra le grandi”, con una sua identità comunque chiarissima. Un festival che è un momento di confronto, come ha evidenziato anche il sindaco Andrea Ceffa. Uno spazio neutro dove indagare e discutere dei tanti cambiamenti rapidi della società, della nostra vita, delle città stesse. “The day after” è il film del 1983 ambientato durante, e appena dopo, un conflitto atomico. Adesso c’è un virus. «L’obiettivo di questi appuntamenti – chiarisce Michele Linsalata, presidente di ReteCultura, regista dell’iniziativa – è di comprendere l’oggi globale e progettare un futuro realistico». Tante trasformazioni impensabili fino a una manciata di mesi fa adesso fanno parte di tutti, e muteranno il mondo in qualcosa di ancora sconosciuto.
E quindi via, con un ritmo serratissimo, dall’inaugurazione itinerante di domani, venerdì 24, nel Castello di Vigevano. Proprio gli splendidi e ampi spazi della dimora sforzesca saranno l’epicentro degli eventi, anche se non l’unico. Si aggiungono l’auditorium San Dionigi della Fondazione Piacenza e Vigevano, partner economico di primissimo piano della rassegna insieme al Comune, palazzo Merula, il seminario diocesano, la libreria Feltrinelli in piazza Ducale e, per la prima volta, la biblioteca di Mortara “Francesco Pezza”, familiarmente conosciuta come Civico.17.
«Ci aiuteranno – prosegue Linsalata – in questa opera difficile il dipartimento di Sociologia dell’università degli studi di Milano Bicocca, col direttore scientifico Serafino Negrelli, i tanti relatori che hanno creduto nel festival accettando l’invito a partecipare e, non ultime come importanza, le tante associazioni e le tante persone che hanno contribuito a renderlo unico e corale». Partecipare è gratuito. Approfondire i paragoni con altre candidate a capitale della cultura 2022 (ma finaliste) come Verbania, Volterra e Trapani, può allargare la propria visione di “middle town”. In qualsiasi evento in calendario ci sarà da imparare.
Su www.reteculturavigevano.it si prenota il proprio posto.
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