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la celebrazione
27 Gennaio 2023 - 12:02
La conferenza stampa in municipio a Vigevano di presentazione delle iniziative
Vigevano celebra il Giorno della Memoria con una serie di eventi organizzati da Rete Cultura in sinergia con l’amministrazione comunale. Oggi, venerdì 27 gennaio, dalle ore 18 si potrà seguire on line, sulla pagina Facebook della Biblioteca Civica e di Rete Cultura Vigevano, il video “1943 - L’inizio della deportazione italiana in provincia di Pavia”, a cura di ANED. «Il 1943 - esattamente 80 anni fa - è l’anno dell’inizio della deportazione italiana e molti degli ebrei catturati in quell’anno non videro la liberazione», è la presentazione. Per far conoscere alcuni di loro appartenenti alla nostra Provincia, a scopo didattico, è stato preparato un video che ne ripercorre brevemente la storia. All’elenco dei deportati di quell’anno, viene affiancata un’intervista a Egidio Casasanta, internato nel lager di Dora. Gli avvenimenti di quegli anni hanno avuto un peso anche per Vigevano e per illustrarli un secondo video propone la testimonianza diretta di Ernesto Gusberti, che li ha vissuto in prima persona.
Di “Shoah in italia” si parlerà nell’approfondimento a cura dell’associazione culturale delle Genti Lucane con la preziosa collaborazione delle docenti del liceo Cairoli Caterina Cotta Ramusino e Laura Pasquino. Verranno ripercorse le fasi salienti della persecuzione degli ebrei nella nostra penisola - da quella dei diritti (1938-1943) a quella delle vite (1943-1945) - con una attenzione anche ai Giusti tra le Nazioni, che salvarono i perseguitati a rischio della loro vita. Una parte dell’incontro sarà poi dedicata ad analizzare termini e stereotipi del passato e del presente.
“I giusti di Lomellina - Nomi e storie dei collaboranti italiani nell’aiuto ai prigionieri alleati fuggiti dai campi di lavoro. Settembre 1943 - aprile 1945” rappresenta il prosieguo del libro “Prigionieri di guerra in Lomellina - Campo di lavoro N. 146”. L’autore è lo stesso, Giuseppe Zucca, preside in pensione. Lo presenterà sabato 28 alle 10,30 in Sala Franzoso.
Si tratta del frutto di una lunga ricerca negli archivimcomunali e non solo, che ha portato alla scoperta di oltre 500 nomi di uominime donne che, correndo mortali pericsoli, prestarono soccorso a centinaia di prigionieri evasi dai campi di lavoro presenti in molti dei nostri paesi, in nome di alti ideali.
A cura di Unitre, venerdì 27 gennaio alle 18 nella Sala Franzoso della Biblioteca Civica, Maria Teresa Bocca ripercorrerà la vicenda del pugile Hertzko Haft, detto “la belva giudea”.
Una storia poco conosciuta, ambientata fra i campi di concentramento e gli Stati Uniti. Deportato a soli 14 anni di età, Hertzko Haft venne scelto da un ufficiale delle SS come pugile per gli incontri di boxe organizzati dentro i campi di sterminio. Il giovane ebreo vince 75 incontri, uccidendo 75 persone: da qui l’appellativo di “belva”. Una volta libero, Haft andrà negli Stati Uniti con l’ambizione di diventare un pugile professionista. Ma durante i suoi incontri combatterà soprattutto contro i suoi demoni.
Tre gli spettacoli teatrali organizzati per il Giorno della Memoria, entrambi in programma sabato 28 gennaio. Il primo - il reading teatrale “Chi ha tradito Anne Frank?” - a cura di Astrolabio sarà alle ore 16 in Sala Franzoso, ad ingresso libero. Un testo che si focalizza su chi ha tradito per paura, condiscendenza, convenienza: gruppi politici, governi, potentati che hanno permesso che Anna e milioni di altre persone venissero chiuse nei campi di concentramento ed assassinate per fame, malattie, veleni.
Secondo appuntamento alle ore 21 all’Auditorium Mussini, dove Il Grillo porterà in scena “La luce della memoria” per ricordare la Shoah dei ragazzi e bambini che Himmler “non si sentì autorizzato a lasciar crescere, perché sarebbero diventati dei vendicatori” dei persecutori nazisti. Biglietto di ingresso 5 euro.
Sono già più di 500 le prenotazioni degli studenti vigevanesi per il reading teatrale “Nedo”, interpretato da Antonio Roma, in programma lunedì 30 gennaio (alle 9 per le scuole medie e alle 11 per le scuole superiori) al Cagnoni. Il monologo di Teatro Civile - che racconta la vita di Nedo Fiano, sopravvissuto alla detenzione nel campo di concentramento di Auschwitz e tra i più attivi testimoni in Italia dell’orrore dell’Olocausto fino alla sua morte, a 95 anni, nel 2020 - è figlio di una presa di coscienza: «i testimoni delle deportazioni e della Shoah ancora in vita sono pochi e ormai è giunto il momento per noi di farci carico della Memoria - è la presentazione -. Nedo è il racconto degli Ebrei e degli Antifascisti costretti a vivere l’incubo della persecuzione e della deportazione nei carri bestiame, imprigionati nei campi di concentramento e di sterminio, uccisi nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori. Ma è anche il racconto dei Giusti che molte vite hanno salvato e di chi è sopravvissuto alla fame, alla morte dei propri cari, all’orrore dei campi e nonostante la sofferenza e la disperazione provate fino al giorno della Liberazione, ha trovato la forza di testimoniare perché una società senza Memoria è una società smarrita».
Quello della torinese Elena Colombo è l’unico caso documentato di bambina italiana deportata da sola ad Auschwitz. Venerdì 27 gennaio Rai 3 trasmetterà alle 16 il cortometraggio di 25 minuti “La cartolina di Elena”, replicato alle 16,40 da Rai Gulp e disponibile dallo stesso giorno sul portale RaiPlay. Nel cast c’è anche un giovane attore vigevanese. Emanuele Casati, 16 anni, interpreta il ruolo di Fabrizio, uno dei due protagonisti che narrano la vicenda. Tramite l’alternanza di presente e passato, sogno e realtà, live action e animazione, la pellicola è in grado di commuovere e sorprendere.
La storia del comico ebreo che sfidò il nazismo arriva al liceo Cairoli di Vigevano. Il liceo vigevanese si prepara al Giorno della memoria con due conferenze per gli studenti. Giovedì 26 gennaio dalle 9 alle 11 del mattino le classi terze e quarte di tutti gli indirizzi ascolteranno in aula magna lo scrittore Federico Baccomo. Per Mondadori ha pubblicato il romanzo “Che cosa c’è da ridere”.
Narra l’epopea di Erich Adelman, uno dei tanti nomi che durante l’epoca più buia (quella del regime nazista) può non dire niente ai più. «Cresciuto senza mamma e praticamente anche senza papà, in una strana famiglia dove non si ride mai. Ed è proprio quello che scopre di voler fare da grande: far ridere la gente. Salire sul palco e riprendersi la vita, quella vita che l’aveva tanto maltrattato». Una carriera di successo interrotta nel modo più brutale, la Shoah. Un romanzo bellissimo in grado di tenere insieme comicità e tragedia. L’indomani, venerdì 27 gennaio, sempre in aula magna, ecco il dialogo tra Davide Assael e Haim Baharier, rivolto alle quinte. Il primo è presidente dell’ssociazione Lech Lechà, ha svolto attività di ricerca per importanti fondazioni italiane. Da anni è una delle voci della trasmissione di RadioRai3 Uomini e profeti, ed è collaboratore della rivista Limes. Baharier è matematico e psicoanalista, nonché uno dei massimi interpreti biblici contemporanei. Entrambi sono di origine ebraica: Baharier è figlio di reduci di Auschwitz.
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