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13esima edizione

Ludovico Del Vecchio, Gigi Paoli e Orso Tosco sono i tre autori finalisti del concorso letterario "La Provincia in Giallo"

Il vincitore sarà proclamato sabato 11 maggio al teatro Martinetti di Garlasco

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

03 Maggio 2024 - 15:20

Ludovico Del Vecchio, Gigi Paoli e Orso Tosco sono i tre autori finalisti del concorso letterario "La Provincia in Giallo"

Da sinistra, gli scrittori Ludovico Del Vecchio, Gigi Paoli e Orso Tosco

"Il mistero dei fiori viola" (Elliot) di Ludovico Del Vecchio, "La voce del buio" (Giunti) di Gigi Paoli e "L'ultimo pinguino delle Langhe" (Rizzoli) di Orso Tosco sono i tre romanzi finalisti della 13esima edizione del premio letterario "La Provincia in Giallo", dedicato alla scrittrice e dantista Bianca Garavelli. Il romanzo vincitore dell'edizione 2024 sarà proclamato nel corso dell'evento che si terrà sabato 11 maggio, alle ore 18, al teatro Martinetti di Garlasco, che ospita da diversi anni l'iniziativa. Il premio letterario è organizzato dal Rotary Club Cairoli, con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Garlasco, la collaborazione della libreria "Le mille e una pagina" di Mortara, e sponsorizzato dal Ilpra e Media Service.

I romanzi in gara sono stati selezionati da una giuria di qualità composta da: Laura Fedigatti (titolare libreria Le Mille e una Pagina di Mortara), Andrea Maggi (scrittore), Giuliano Pasini (scrittore), Flavio Santi (scrittore), Massimo Tedeschi (scrittore).


Venerdì mattina, nel corso di una conferenza stampa (foto in basso) in Municipio a Garlasco,  è stata svelata la rosa dei tre finalisti alla presenza del sindaco Simone Molinari, del presidente del consiglio comunale Riccardo Invernizzi e del presidente del Rotary Club Cairoli Moreno Stevanin, insieme ad altri soci rotariani

I TRE ROMANZI FINALISTI


"Il mistero dei fiori viola" (Elliot) di Ludovico Del Vecchio

«Una donna assassinata senza movente. Un gatto scomparso, forse avvelenato. Tornano per una nuova indagine il commissario Ardenga, prossimo alla pensione, e Jan De Vermeer, poliziotto di strada e fondatore della Compagnia delle Piante. In un antico palazzo nobiliare nel cuore di Modena si cela un universo che contiene una vasta collezione botanica, e nel cortile si trova un albero immenso di una specie sconosciuta. Nel frattempo, in tutta la città scompaiono molti gatti e muoiono altre persone, ciascuna uccisa con un colpo alla testa. In questo intrico – fatto di missive d’amore, parenti scomodi e orrori svelati – un unico indizio: i fiori viola. Del Vecchio, inventore del green thriller, torna con un nuovo romanzo incalzante in cui i protagonisti, oltre alla natura, hanno un mondo intero di animali da salvare a tutti i costi».


"La voce del buio" (Giunti) di Gigi Paoli

«Da dodici anni alcuni anziani scompaiono di notte, senza lasciare traccia, tutti nello stesso modo: escono da Villa Imperiale, la sfarzosa casa di riposo sul Passo della Mendola dove sono ospiti, abbandonano i propri indumenti ai margini del bosco e si inoltrano nel buio richiamati da una voce… o almeno così riferiscono alle autorità gli amici e i parenti dei dispersi. Ogni due anni puntualmente la storia si ripete, senza che gli inquirenti riescano a venirne a capo. Mentre in paese si mormora che lassù c’è qualcosa di sovrannaturale per il susseguirsi di eventi inspiegabili, a far luce sul caso viene chiamato il professor Piero Montecchi. Fascinoso, ironico, innamorato della scienza e di una moglie perduta, Montecchi è docente di Neuroscienze forensi all’Università di Verona e membro del CICAP, l’ente che controlla le affermazioni sul paranormale. Tra foreste silenziose, presenze inquietanti e un antico fatto di sangue che ha sconvolto per sempre il villaggio, lo scettico professore dovrà sciogliere i nodi di una vicenda che sembra trascendere i limiti della razionalità. Perché nessuno meglio di lui sa che l’enigma più contorto non è l’occulto, bensì la mente umana. Un mistero impossibile, macchiato dall’ombra di presenze oscure. Un meccanismo narrativo perfetto. Un nuovo grande protagonista del giallo italiano».


"L'ultimo pinguino delle Langhe" (Rizzoli) di Orso Tosco

«Anche i lunedì speciali, quelli capaci di cambiare il corso di un’intera esistenza, iniziano come un giorno qualsiasi.” Lo sta per imparare a proprie spese il potente broker svizzero Rufus Blom, quando durante la solita corsa all’alba tra le colline delle Langhe si imbatte nel cadavere di una ragazza. Sulla schiena l’assassino le ha tracciato col sangue una svastica e un cognome, il suo: Blom. Poche tracce lì intorno e tanti problemi per il commissario Gualtiero Bova, che tutti chiamano il Pinguino, da poco trasferito a Mondovì: in un posto dove di norma tutti sanno tutto di tutti, nessuno sembra invece avere idea di chi sia la ragazza, né tanto meno perché sia stata usata come messaggio minatorio verso Blom, che ha scelto il Piemonte per sposarsi con la bellissima fidanzata Rose Bellamy. Quello del Pinguino è stato un trasferimento punitivo, un esilio mascherato da promozione, ma lui non è il tipo che si perde d’animo: accompagnato dalla fedele bassotta Gilda e dal tabacco della sua pipa deve capire chi è la vittima e qual è il legame che la unisce alla famiglia Blom, sulla quale sembra pesare più di un segreto. Orso Tosco irrompe sulla scena del noir italiano insieme a un personaggio indimenticabile, che porta su di sé umanissime e irresistibili contraddizioni: cinico e sensibile, ruvido e premuroso, violento e dolcissimo, tragico e involontariamente comico, con un’intelligenza sopraffina che lo guida dove nessun altro può arrivare».

L'articolo completo sul numero de L'Informatore Vigevanese in edicola giovedì 9 maggio

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