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ieri pomeriggio

Vigevano, coach Andrea Capobianco ospite a "Sport Exhibition"

L'allenatore della nazionale maggiore femminile di basket ha parlato delle opportunità e delle prospettive di crescita del movimento in rosa.

mattia bianchi

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mattiabianchi96@yahoo.it

26 Settembre 2025 - 15:04

Il basket femminile e il suo futuro: quali prospettive? Se n'è parlato in un convegno ieri pomeriggio presso la Sala dell'Affresco del Castello Sforzesco di Vigevano nell'ambito della manifestazione "Sport Exhibition". Ospite d'eccezione coach Andrea Capobianco, capoallenatore della Nazionale maggiore femminile reduce da una medaglia di bronzo agli ultimi europei. L'ultima volta che una nazionale femminile era salita sul podio era il 1995 sotto la guida del compianto "Barone" Riccardo Sales

Il convegno, introdotto dal presidente del Pool Vigevano Sport Oscar Campari, ha visto un discreto numero di pubblico. Tra i presenti nella sala, diversi dirigenti e tecnici di CAT Vigevano, il n.1 della Elachem Vigevano Marino Spaccasassi ed anche un altro illustre personaggio dello sport nazionale e cittadino: Andrea Soncin. Il mister ducale e allenatore della nazionale maggiore femminile di calcio, infatti, è giunto a porre un saluto cordiale al collega omologo del basket data l'amicizia e la stima reciproca

Un momento del convegno con ospite Andrea Capobianco (foto J. Lattari)

Nel corso della relazione, Capobianco ha riavvolto indietro il nastro sul cammino all'europeo, spiegando come dietro a questo traguardo importante ci siano innanzitutto delle circostanze sia tecniche che di mentalità che hanno reso l'esperienza molto gratificante. «Ognuna di queste ragazze - ha spiegato - è dotata di una propria capacità. Responsabilità dell'allenatore (che nel senso etimologico significa "colui che dà la forza") è quella di far sì che le atlete mettano tali skills a disposizione all'interno delle partite singolarmente e collettivamente».

Il coach partenopeo ha poi spiegato come spesso la parte più importante nella crescita di un atleta sia la lezione dagli errori, che non vanno visti come una cicatrice irremovibile. «Spesso al primo sbaglio in allenamento o in partita si tende a lasciar fuori il giovane - ha sottolineato - E invece si deve consentire a proseguire. Può sembrare strano, ma la parola meno usata in palestra è "bravo". Se si utilizzasse un po' di più, potremmo perdere meno gente per strada».  

Coach Andrea Capobianco e Oscar Campari (foto J. Lattari)

Capobianco, inoltre, ha sostenuto che a volte non è facile entrare in sintonia con tutti i giocatori, o come ha detto lui stesso "trovare la chiave giusta per aprire il loro cuore". «Spesso in passato non dormivo la notte perché non riuscivo a come farmi capire dal giocatore o dalla giocatrice - ha detto - Ed è lì che spesso uno si deve mettere in discussione. Se proprio non si trova un punto d'incontro è perché abbiamo due punti diversi di vedute». 

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