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l'audizione in Senato
13 Marzo 2023 - 12:10
(immagine di repertorio)
Sono anni che i piccoli Comuni lomellini cercano di sensibilizzare la politica nazionale rispetto all’insostenibilità delle spese per le rette dei minori che vivono in comunità. L’ex sindaco di Breme Francesco Berzero fu tra i primi a sollevare il problema, esploso lo scorso agosto con il caso di Ceretto, costretto a dichiarare il dissesto finanziario (poi rientrato). Dopo anni di promesse, un passo in avanti è stato fatto di recente, con un disegno di legge dalla senatrice Erika Stefani (Lega). La politica locale ora si chiede: sarà davvero la volta buona?
Breme, paese di 700 abitanti, da tre anni e mezzo si fa carico delle spese di mantenimento in comunità di 5 minori (ora 4 perché uno è nel frattempo stato dato in affido). Una situazione finanziariamente insostenibile, a un passo dal collasso. L’attuale sindaca Cesarina Guazzora ha continuato a evidenziare la criticità, nel solco di quanto fatto dal suo predecessore Francesco Berzero, coinvolgendo politici a vario livello, oltre ad Anci e Anpci, l’associazione nazionale dei piccoli comuni d’Italia.
È stata quest’ultima associazione, presieduta da Franca Biglio, a partecipare mercoledì scorso a un’audizione in Commissione Affari costituzionali del Senato. Qui si è discusso il problema (citando anche Breme) e il Ddl presentato nel novembre 2022 dalla senatrice Erika Stefani, in cui si prevede la compartecipazione dello Stato alle spese sostenute dagli enti locali per i minori in comunità. Una proposta che risponde a «un’esigenza urgente e devastante – si legge nel verbale dell’audizione – per i piccoli comuni», spesso costretti a tagliare i servizi per far fronte alle spese.
Il problema, infatti, riguarda tutti i piccoli Comuni, e non solo; lo scorso aprile erano stati in audizione i sindaci di Orio al Serio, Ventimiglia e Gorizia, dove arrivano molti minori non accompagnati scesi da aerei e fermati alla frontiera. Dopo il caso di Ceretto, i Comuni lomellini hanno inoltre approvato nei vari consigli una mozione in cui si chiede che siano Stato e Regione ad accollarsi le spese delle rette, in modo che siano distribuite su un “bacino” più ampio, così come avviene, ad esempio, per i costi sanitari. Il documento verrà presto portato all’attenzione della Regione.
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