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Gli sviluppi

Omicidio di Gambolò: affidati nuovi accertamenti ai Ris di Parma

Tra i punti ancora da chiarire la posizione e la distanza da cui è partito il colpo di fucile

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

23 Luglio 2022 - 14:24

Omicidio di Gambolò: affidati nuovi accertamenti ai Ris di Parma

Il delitto è avvenuto nel pomeriggio del 5 giugno in un’abitazione di via Cascina Nuova Litta, a Gambolò (foto di Jose Lattari)

Ci sono diversi punti ancora non chiari nella vicenda legata all’omicidio di Thomas Achille Mastrandrea, 42 anni di Nicorvo, ucciso a fucilate nel pomeriggio del 5 giugno in un’abitazione di via Cascina Nuova Litta, a Gambolò. La Procura di Pavia ha disposto ulteriori accertamenti tecnici, affidandoli ai Ris di Parma, il reparto di investigazioni scientifiche dell’Arma dei carabinieri. A comunicare questi ultimi sviluppi sono stati i legali dei familiari della vittima. In particolare, verranno presi in esame alcuni aspetti balistici, per stabilire con più precisione la posizione e a che distanza sono stati esplosi i colpi di fucile. Gli accertamenti tecnici irripetibili – riguarderanno in particolare «la disamina delle lesività sul corpo della vittima e la presenza dei residui di polvere da sparo» – inizieranno giovedì prossimo, 28 luglio.

Per l’omicidio di Mastrandrea si trova attualmente recluso nella casa circondariale di Pavia Giovanni Vezzoli, pensionato di 85 anni, accusato di aver esploso i colpi di fucile contro il figlio della badante di famiglia al termine di un acceso litigio, pare scaturito da ragioni economiche; la madre del 42enne, Graziella Maria Casnici, lavorava da tempo per la famiglia di Vezzoli ma, sembrerebbe, senza avere un regolare contratto. Pare che prima di premere il grilletto tra i due uomini ci sia stata una colluttazione; l'85enne avrebbe infatti riferito al suo legale di essere stato colpito al volto con una testata.

Nella foto qui sotto, la vittima: Thomas Achille Mastrandrea, 42 anni, viveva a Nicorvo

La moglie e la madre della vittima ora chiedono di conoscere la verità e attendono, «una volta ultimati gli accertamenti, che la Procura di Pavia “liberi” la salma del loro caro e dia il nulla osta per potergli quanto meno dare, dopo quasi due mesi dal misfatto, una degna sepoltura», hanno fatto sapere attraverso i loro legali e ai consulenti dello Studio3A-Valore Spa, a cui si sono affidate.

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