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la testimonianza

Alluvione in Emilia Romagna, il racconto dei volontari vigevanesi: «Mai visto un disastro simile»

La trasferta a Forlì con la Protezione civile dell’Ana, l’associazione nazionale Alpini

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

09 Giugno 2023 - 11:12

Alluvione in Emilia Romagna, il racconto dei volontari vigevanesi: «Mai visto un disastro simile»

«Ho visto molti disastri causati da fiumi che esondano e che allagano tutto. Ma di una simile intensità mai». È il racconto di Massimo Riccardi, volontario vigevanese della Protezione civile dell’Ana, l’associazione nazionale Alpini, tornato alcuni giorni fa da una missione a Forlì con la colonna mobile regionale. Nel suo gruppo c’erano anche Gianni Alemanni, anche lui di Vigevano, Sergio Uboldi di Abbiategrasso e Marco Papa di Magenta. Dal 25 al 29 maggio hanno effettuato un intervento nella città di Forlì, dove gli allagamenti hanno sormontato anche i binari della ferrovia. I volontari sono stati impegnati in operazioni di rimozione e svuotamento delle abitazioni dall’acqua e dal fango, oltre che dal materiale danneggiato.

Il gruppo di volontari partito per Forlì con la colonna mobile della regione Lombardia

«Le case sono a livello del mare – racconta Massimo Riccardi, che ha alle spalle almeno una decina di altre missioni in territori colpiti da calamità – e le operazioni sono davvero complesse. Ricordo una cantina che abbiamo dovuto svuotare per quattro volte: l’acqua continuava a tornare. Abbiamo perfino aspirato dei pesci dalle case. La gente è disperata. Lavoravamo in sinergia con i vigili del fuoco, ed è capitato più volte di doverci fermare, perché le fognature non riuscivano a ricevere altra acqua. E poi c’è il fango, che quando si secca diventa praticamente cemento. I danni all’agricoltura sono immensi, ci vorranno anni per poter tornare a coltivare. Occorre cambiare il territorio, non è davvero più possibile tenere i fiumi così. Vanno puliti regolarmente. Quello che si è verificato è stato un evento eccezionale, ma ci sono riflessioni che vanno fatte. Va ripensato profondamente il territorio, pianificando interventi strategici. Sono stati giorni di lavoro intensi. Noi siamo pronti a tornare».

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