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Via Francigena: da Vercelli a Robbio, la prima tappa lomellina

Si parte da piazza Cavour e si arriva alla chiesa di San Pietro. Lunghezza percorso: 18,6 chilometri

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

24 Luglio 2023 - 12:05

Via Francigena: da Vercelli a Robbio, la prima tappa lomellina

La tappa della Francigena da Vercelli a Robbio offre diversi punti di interesse, sia storici-architettonici, sia naturalistici. Si cammina, o si pedala, lungo l’argine del Sesia in un itinerario tra «pioppeti e risaie», e lungo il percorso sono diversi i siti da visitare. Prima di mettersi in viaggio, è bene ricordare che al di fuori dei centri abitati non è possibile rifornirsi d’acqua. «Da Palestro si percorrono dapprima gli stretti arginelli – si legge sul sito ufficiale della Francigena – che separano i campi allagati e, nell’avvicinarsi a Robbio, si transita in banchina lungo una strada provinciale poco trafficata. Prestiamo attenzione in uscita da Vercelli, dove siamo costretti a percorrere un tratto di banchina sulla Ss. 11».

La chiesa di San Martino di Tours a Palestro

Presenta una facciata rimaneggiata la chiesa parrocchiale di origini romaniche di San Martino di Tours, a Palestro, frutto di un rifacimento in stile barocco effettuato tra il 1560 e il 1570. L’edificio, tappa sulla Via Francigena lomellina, si trova in piazza XXX Maggio. L’attuale aspetto neogotico le è stato conferito dai lavori di restauro eseguiti su progetto dell’architetto Giuseppe Locarni nel 1884. Palestro, tappa importante dei percorsi dei pellegrini, è famosa soprattutto per l’omonima battaglia, il 30 e 31 maggio 1859, della Seconda Guerra d’Indipendenza, la prima vittoria dell’esercito franco-piemontese sulle truppe austriache. I tragici eventi di quei giorni sono ricordati dal monumento-ossario – alto 23 metri, inaugurato il 28 maggio 1893, restaurato nel 2011 – che si trova su una piccola collina all’ingresso della città; l’ossario raccoglie i resti dei caduti piemontesi, francesi e austriaci. Ogni anno, l’ultima domenica di maggio si celebra l’anniversario della battaglia alla presenza di autorità civili e militari e ad associazioni di ex militari, e vengono organizzate rievocazioni storiche.

Il ponte di Giuliano: un simbolo di resistenza dopo l’alluvione

La struttura era stata completamente travolta, sollevata e trascinata per diversi metri dall’alluvione di due settimane fa, ma la targa – “Ponte di Giuliano” – ha continuato a riaffiorare dall’acqua, ben visibile. Un simbolo di resistenza, dopo i danni pesanti causati dal maltempo. Domenica, grazie ai volontari e alla Protezione Civile, il ponticello – situato in territorio di Palestro, luogo di benvenuto ai viaggiatori della Francigena che iniziano ad attraversare il territorio lomellino – è stato recuperato e riposizionato.

La chiesa di San Valeriano a Robbio

È un autentico gioiello da scoprire, risalente al XIII secolo. La chiesa di San Valeriano, si trova a ovest di Robbio, sul lato sinistro della via Francigena; faceva parte di un antico priorato cluniacense del sec. XI. «Dopo anni di abbandono, solo col 1967 i proprietari dell’edificio, allora destinato ad usi agricoli, donano le loro diverse parti del complesso alla chiesa parrocchiale – è riportato sul sito di Regione Lombardia dedicato ai beni culturali – Si iniziano i lavori di restauro, eliminando superfetazioni di vario genere, reintegrando lo spazio delle tre navate e la facciata, ricostruendo l’abside minore settentrionale sul basamento rimasto». La chiesa presenta una struttura a tre navate per quattro campate, comune in Piemonte e Lombardia e tipica del tardo romanico lombardo. «Non porta tracce d’affreschi se non qualche medaglione nell’incrocio dei cordoli di volta – spiegano sul sito del comune di Robbio – in cui si legge la figura di un vescovo che potrebbe essere quella del Santo titolare, S. Valeriano, vescovo di Abbenza (Tunisia), che morì nella persecuzione di re Genserico nel 460».

La chiesa campestre della cascina San Sebastiano a Robbio

Sempre lungo la via Francigena, occorre segnalare un altro monumento, che si trova sempre nel territorio comunale di Robbio. Stiamo parlando della chiesa campestre della cascina San Sebastiano, che è stata indicata anche come “Luogo del Cuore” del Fai. La chiesetta presenta una piccola costruzione a capanna, con un’aula absidata. Vincolata dalla Sovrintendenza ai Monumenti della Lombardia, è particolarmente interessante il ciclo di affreschi – oggi purtroppo in stato di degrado – risalenti al 1400 che illustrano il miracolo di San Sebastiano, attribuiti a Tomasino da Mortara, artista che tra fine 1400 e inizio 1500 ha operato nel territorio, lasciando molti affreschi in stile basso medievale. «Per qualità pittorica, eleganza stilistica, originalità e completezza del racconto – spiegano dal Fai – l’opera è un unicum nella terra del riso tra Lombardia e Piemonte. La sua decorazione pittorica a fresco corre lungo tutto il perimetro interno con la rappresentazione degli ultimi episodi della vita di San Sebastiano, decifrati con le descrizioni della Legenda aurea del 1200 del vescovo di Genova Jacopo da Varagine».

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