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Piersandro Pallavicini presenta "Il figlio del direttore"

Il nuovo romanzo dello scrittore vigevanese, fra noir e farsa comica. La presentazione alla libreria "Le Mille e una Pagina" di Mortara

Annalisa Vella

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annalisa@ievve.com

27 Marzo 2023 - 15:06

Mortara, Piersandro Pallavicini presenta "Il figlio del direttore"

Lo scrittore e docente di Chimica Piersandro Pallavicini

Un graditissimo ritorno sabato scorso alla libreria Le Mille e una Pagina di Mortara: quello di Piersandro Pallavicini, docente di Chimica ma soprattutto scrittore vigevanese di successo, che ha presentato il suo nuovo romanzo - a metà strada fra giallo sociale, commedia degli equivoci e romanzo generazionale - "Il figlio del direttore", edito da Mondadori.

Qui è possibile rivivere l'incontro con l'autore organizzato sabato dalla libreria di Mortara "Le mille e una pagina"

Protagonista del nuovo romanzo è Michelangelo Borromeo: sessant’anni, originario di Vigevano, titolare di una libreria antiquaria a Pavia specializzata in prime edizioni di autori del Novecento autografate, con annessa rivendita di delicatessen a prezzi stellari, un appartamento a Cap d’Antibes e una macchina di lusso. Uomo incline (o destinato) alla solitudine, con una disposizione alla battuta e alla freddura, è stato compagno di una donna uscita slealmente dalla sua vita.

Qualcuno lo potrebbe definire un “signore” (con quel cognome nobile mal portato), ma su di lui pesa l’essere stato figlio di un padre invadente, Luchino, che negli anni Settanta e Ottanta ha fatto carriera fino a raggiungere ruoli apicali nella gerarchia del Banco Italico: il “signor direttore”, così stimato in Banca e altrettanto detestato in famiglia per i suoi modi cafoni, le battute volgari sulle donne brutte e i rimbrotti umilianti al figlio.

Siamo al tempo delle prime aperture dopo il lockdown del 2020 e Michelangelo, mentre passeggia nel giardino del residence di Antibes, riceve una chiamata dal cellulare appartenuto al padre, morto due anni prima. L’apparecchio si trova certamente nella cucina della casa di famiglia, a Vigevano, ultima dimora di Luchino: chi e a che scopo lo ha contattato?

La telefonata notturna scoperchierà il vaso di Pandora e la villeggiatura fuori stagione del Borromeo si trasformerà in un rutilante viaggio nel passato dove niente è come appare. In costante equilibrio fra i colpi di scena di un noir e la farsa comica, Borromeo sarà costretto a precipitare non solo nell’abisso della propria giovinezza, ma anche nel passato dei genitori e nel ricordo di un amore perduto. Non c’è autocommiserazione in Michelangelo, né voglia di rivalsa sull’ingombrante figura paterna, almeno finché non vengono alla luce alcune segrete frequentazioni di quest’ultimo, che gettano una diversa luce sul “signor Luchino”, le sue vite parallele, le sue priorità, la sua ben poco commendevole condotta.

Un'avventura che accende, negli immediati dintorni della vita del solitario Michelangelo, nuove balzane amicizie coltivate a Cap d’Antibes, l’apparizione del coetaneo Pirlandello, e di Kirsten, danese ineffabilmente fascinosa. C’è molto da cercare (con humour sgomento), c’è molto da scoprire (con urticante desolazione), c’è molto da rimontare (con agghiacciante comicità), come se, dentro il puzzle confuso della sua identità, il Borromeo avesse bisogno della tessera mancante per essere restituito a sé stesso.

Con scrittura divagante e sinuosa, Piersandro Pallavicini insegue ancora una volta i suoi fantasmi provinciali, crudele nella messa a fuoco, pietoso nel sorriso che li restituisce alla loro umanità. 

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