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la vicenda
18 Gennaio 2024 - 22:07
La sede di Clir a Parona, in via della Stazione (foto di Jose Lattari)
Sono ore di agitazione per i sindaci lomellini dei Comuni soci del Clir, l’ex consorzio che si occupava della raccolta dei rifiuti in oltre 40 centri, dichiarato fallito dal Tribunale a giugno 2022; un anno prima l’assemblea dei soci aveva votato la messa in liquidazione volontaria. I debiti complessivi maturati dalla società superano i 6 milioni di euro. Come hanno confermato nelle ultime ore alcuni primi cittadini, il curatore fallimentare sta inviando ai Comuni la richiesta di pagare i debiti che avrebbero maturato nei confronti della società, come risulterebbe dalla contabilità della società fallita. Si parla di somme importanti. Alcuni amministratori locali sarebbero però pronti a contestare la richiesta, notificata in questi giorni via pec, e stanno valutando come fare. «Il nostro comune ha pagato il dovuto – fa sapere il sindaco di Robbio Roberto Francese – non vogliamo più pagare nulla». La richiesta del curatore fallimentare per Robbio è di circa 39mila euro, ma ci sarebbero altri Comuni con conti da oltre 200mila euro.
Robbio e Cilavegna via dal Clir: «Meno costi e abbasseremo la Tari»
«Avevamo chiesto di uscire dal Clir – prosegue il primo cittadino di Robbio –, ma non ci avevano fatto uscire. Non ci hanno permesso di restituire le quote, e neanche ce le hanno liquidate. Da quattro anni siamo fuori, perché abbiamo fatto la scelta di esternalizzare i servizi. E come noi, aveva fatto anche Cilavegna. Ho sempre pensato che il Clir fosse come il Titanic pronto ad affondare. Ora che la nave è affondata, ci viene chiesto anche di pagare il biglietto. Invieremo al curatore la richiesta di fornirci un dettaglio, non si capisce a che cosa si faccia riferimento, mancano le specifiche. A cosa corrisponde la cifra che dovremmo pagare?».
NUOVA ASTA PER LA SEDE DI PARONA
Intanto è tornato all’asta l’immobile che ospitava la sede operativa dell’ex Clir, in viale della Stazione, a Parona. La data è quella di martedì 23 gennaio. L’offerta minima è stata fissata a 366.750 euro; una prima asta, non andata a buon fine, c’era stata il 7 novembre (allora l’offerta minima era stata fissata in 489mila euro, su un valore di stima di 652mila euro).
LO STATO DELL’IMMOBILE
Per costruire la sede dell’ex consorzio lomellino, inaugurata nel maggio del 2012, era stato fatto un investimento da un milione e 700mila euro. L’area di via della Stazione 8 ha una destinazione industriale e, oltre al fabbricato su due piani a forma di “L” (dove c’erano a gli uffici), qui si trova un deposito carburante, una pesa, una tettoia e altre strutture, su una superficie di circa 3.800 metri quadri. L’immobile è stato “cannibalizzato” dai ladri, che hanno portato via tutto il possibile, a cominciare dai cavi in rame. Anche l’impianto fotovoltaico installato sulla copertura è stato depredato; l’architetto che si è occupato della perizia fa presente che pannelli e cavidotti sono stati in gran parte asportati, e che l’impianto viene considerato «privo di valore». Gli interni appaiono vandalizzati (in alto: una foto, allegata documentazione dell'asta, mostra la recente situazione), con i controsoffitti demoliti, arredi e mobili devastati e ormai inutilizzabili.
Clir, batosta al Tar: respinto il ricorso contro Robbio e Cilavegna La società è stata condannata a pagare le spese di liti. Il sindaco Roberto Francese: «Ora chi pagherà queste spese? Chi ha deciso di farci causa o saranno i cittadini?».
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